L’Autonomia differenziata è come la “cronaca di una morte annunciata” per le aree svantaggiate del Paese e soprattutto per il Sud. Se ne sono accorti tutti, dalla Chiesa alla Comunità europea fino a diversi governatori delle regioni meridionali di centrodestra. A non averlo capito, o a far finta di non capire, sono i parlamentari nazionali del centrodestra siciliani, che hanno votato in silenzio la seconda “porcata” firmata Calderoli, e il presidente Schifani con al seguito l’intero governo regionale. E questo spero sarà uno spunto di riflessione per i siciliani, che rischiano oltre al danno la beffa di diventare complici a loro insaputa di questo scempio. Per questo è necessaria una mobilitazione che, partendo dai partiti di opposizione, dagli enti locali e dalle associazioni di categoria, coinvolga tutti per affrontare una battaglia che non deve fermarsi alle mere considerazioni ma deve proseguire con azioni concrete fino al referendum, che resta l’ultimo e unico strumento per porre fine a questa legge scellerata.
Dividere anziché unire, alimentare la confusione sulle competenze, ampliare il divario socio economico tra nord e sud, sono le poche certezze che deriveranno dall’approvazione definitiva di una norma che è il manifesto ideologico a cui si sta aggrappando un partito in agonia quale è ridotto la Lega unitamente al suo leader. Come segretario provinciale del Pd e presidente regionale di Ali Autonomie promuoverò, insieme con quanti lo vorranno, ogni azione utile per sensibilizzare tutti e bloccare questo pasticcio, prima che le conseguenze ci travolgano. Sarebbe auspicabile un sussulto di dignità da parte dei parlamentari regionali che sostengono il governo, ma temo che resterà uno dei tanti appelli inascoltati ai quali ci hanno abituati in questi anni.
comunicato stampa