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Ecomarinvest, tegola per Mazara. Revocato co-finanziamento di 590 mila euro

Il Comune fa ricorso al Tar

Revocato al comune di Mazara del Vallo un finanziamento di ben 590 mila euro per la realizzazione del progetto denominato Ecomarinvest. A deciderlo è stato il dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione con un decreto del 10 giugno scorso a firma del capo dell’ufficio relazioni internazionali, Carla Di Quattro. Una bella tegola per Palazzo dei Carmelitani e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Quinci, che comunque ha già deciso di ricorrere al Tar Sicilia contro questa decisione affidando l’incarico di presentare ricorso all’avvocato Massimo Petrucci. Ma perché da Roma è arrivata la decisione di revocare tale finanziamento? Perché, si legge nel decreto di revoca, in capo al comune mazarese sarebbero risultate violazioni tali da rendere impossibile la sottoscrizioni della relativa convenzione tra Palazzo dei Carmelitani e l’ufficio relazioni internazionali per le libertà civili e l’immigrazione. Violazione che riguarderebbero, nel dettaglio, il mancato pagamento, da parte del comune mazarese, di alcuni carichi pendenti presso Riscossione Sicilia. Roma avrebbe chiesto più volte nell’arco di un anno al comune di regolarizzare la propria posizione, ma tali violazioni sarebbero rimaste in essere nonostante Palazzo dei Carmelitani il 3 novembre 2020 avesse comunicato al dipartimento di aver sanato tale posizione. Successivamente, però, le verifiche condotte dagli uffici ministeriali tramite l’Agenzia delle entrate e la stessa Riscossione Sicilia avrebbero confermato tali irregolarità, come scritto nel decreto di revoca del finanziamento. Da qui, dunque, la revoca dei 590 mila euro. Una mazzata contro la quale, quindi, il comune di Mazara cercherà di far valere le proprie ragioni presso la giustizia amministrativa. Il progetto Ecomarinvest, il cui importo totale ammonta a 650 mila euro, era stato presentato nel giugno 2020 come un vero e proprio laboratorio etnico urbano per i processi virtuosi di integrazione tra comunità italiane e tunisine, un progetto che punta allo sviluppo locale e socioeconomico nella regione di Mahdia, in Tunisia, tramite la creazione d’impresa e l’occupazione dei giovani nei settori della pesca artigianale e del turismo sostenibile. Un progetto, insomma, che punta grazie alla rete tra enti pubblici, cooperative sociali e no-profit italiane e tunisine, a creare prospettive di lavoro per i giovani tunisini in modo da offrire alternative valide all’emigrazione. Un progetto ambizioso che vede assieme vari partner con il comune di Mazara ente capofila.(riproduzione riservata)

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