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Ex precari Vs comune di Mazara, si va in Cassazione

I ricorrenti saranno assistiti sempre dall’avvocato Galleano, mentre l’amministrazione del sindaco Salvatore Quinci ha riaffidato l’incarico legale all’avvocato alcamese Alessandro Finazzo

Sarà la Cassazione a dire l’ultima parola sulla lunga querelle legale che da anni, ormai, vede contrapposti parte degli ex precari del comune di Mazara del Vallo e l’ente locale che, come si ricorderà, nel frattempo ha comunque proceduto alla loro stabilizzazione e a quella di tutti gli altri ex dipendenti a tempo determinato. I 38 lavoratori hanno deciso di rivolgersi alla Suprema Corte dopo che lo scorso gennaio la corte di appello di Palermo ha dato ragione a Palazzo dei Carmelitani ribaltando, di fatto, la sentenza di primo grado emessa nell’aprile 2018 dal tribunale di Marsala. Una lunga e complessa vicenda, insomma, sulla quale si attende, adesso, la parola fine. I ricorrenti saranno assistiti sempre dall’avvocato Galleano, mentre l’amministrazione del sindaco Salvatore Quinci ha riaffidato l’incarico legale all’avvocato alcamese Alessandro Finazzo, che ha già rappresentato l’ente nei primi due gradi di giudizio. Come si ricorderà, ad aprile 2018 il tribunale di Marsala aveva dato ragione in pieno ai 38 ex precari che si erano rivolti alla giustizia dopo che l’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Cristaldi non aveva loro prorogato i contratti in scadenza il 31 dicembre 2017 perché si erano rifiutati di sottoscrivere la liberatoria con la quale avrebbero rinunciato a qualsiasi risarcimento nel frattempo riconosciuto loro da una sentenza. Poi, però, a gennaio 2020 la corte di appello di Palermo ha ribaltato la sentenza a favore del comune di Mazara, che su decisione dell’ ex primo cittadino aveva presentato appello affidandosi all’avvocato alcamese Alessandro Finazzo. Nel dettaglio, i giudici della sezione lavoro hanno dato ragione a Palazzo dei Carmelitani e non ci fu, dunque, alcun comportamento discriminatorio o ritorsivo nei confronti dei 38 ex precari mentre in primo grado il tribunale di Marsala aveva condannato il Comune ordinando la “cessazione della condotta discriminatoria” e di prorogare il contratto a termine scaduto fino al 31 dicembre 2018. In quell’occasione, inoltre, il comune era stato condannato al “risarcimento del danno subìto dai ricorrenti in misura pari alle retribuzioni maturate dal 1 gennaio 2018 fino all’effettiva riammissione in servizio, oltre agli interessi legali. (riproduzione riservata)

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