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Pellegrinaggio in Calabria per un gruppo guidato dal cappellano dell’ospedale Abele Ajello

I pellegrini si sono recati a Paravati, a Placanica e a Paola.

Sabato 8 e domenica 9 febbraio scorso un gruppo, guidato da don Antonino Favata, cappellano dell’Ospedale di Mazara del Vallo, ci siamo recati in pellegrinaggio a Paravati, a Placanica e a Paola, in Calabria.

Sabato, già alle 4,30 del mattino, animati da grande gioia ed entusiasmo, abbiamo iniziato ad affrontare il viaggio consapevoli della bella esperienza che il buon Dio aveva in serbo di farci vivere. Già sul traghetto abbiamo ammirato un sole brillante e un mare luccicante.

Nella tarda mattinata siamo arrivati a Paravati: in questo magnifico paesaggio calabrese è vissuta Natuzza Evola, una mistica con le stimmate, ovvero i segni della passione di Gesù, che ha insegnato, per tutta la sua vita, ad amare Dio e la Madonna. È diventata, nel tempo, un punto di riferimento per migliaia di fedeli che sono accorsi a lei per affidarle sofferenze, dolori e speranze. Natuzza ha avuto per tutti una parola di conforto, di luce e di speranza, quella speranza che viene da una fede vera e profonda scaturita in lei dall’incontro con Cristo, nell’Eucaristia quotidiana, nella preghiera e nella sofferenza.

Diceva mamma Natuzza: “Ho sempre avuto fiducia nel Signore e nella Madonna. Da loro ho ricevuto la forza di dare un sorriso e una parola di conforto a chi soffre, a chi è venuto a trovarmi e a posare il proprio fardello, che ho presentato sempre alla Madonna, che dispensa grazie a tutti quelli che hanno bisogno. Ho imparato anche che è necessario pregare con semplicità, umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di tutti, vivi e morti”.   

Siamo stati accolti, con molta delicatezza e riservatezza, da don Pasquale Barone, per più di 35 anni parroco di Paravati e presidente della fondazione “Cuore Immacolato di Maria, rifugio delle anime”, che con la mistica non solo aveva un rapporto di stima e di amicizia, ma anche la guidava spiritualmente e le è stato sempre accanto specialmente nel tempo della sofferenza e dalla malattia. Abbiamo visitato la tomba che custodisce i resti mortali di mamma Natuzza: quanta emozione e commozione in quel luogo cosi semplice e, nello stesso tempo, così austero. Tutti abbiamo impresso nel nostro cuore e nella nostra mente la frase incisa sulla sua tomba: “Non cercate me, alzate lo sguardo verso Gesù e la Madonna. Io sono con voi e prego”. 

Ancora colmi di emozioni abbiamo assistito alla proiezione di un filmato sulla vita di Natuzza. Mentre iniziavamo a spostarci verso la nuova chiesa, don Pasquale si è rivolto alla nostra giovane mascotte, Salvatore, dicendogli che farà tanta strada, accompagnato sempre dalla Madonna e da Gesù. Per tutti noi è stato un momento di grande emozione ascoltare queste parole.

Don Pasquale, poi, ci ha guidati a visitare la “Villa della Gioia”: un posto meraviglioso voluto dalla mistica e realizzato con l’aiuto di numerosissimi devoti. Natuzza ha avuto sempre, fino alla fine dei suoi giorni terreni, un’amore grande verso la gente che accorreva a lei, che chiamava appunto figli: essa ha lasciato un segno indelebile, tanto che la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ha avviato per lei il processo di beatificazione che è in corso a tutt’oggi.

Finita questa intensa tappa, dopo la pausa pranzo nel segno della convivialità e della condivisione delle impressioni della visita, nel primo pomeriggio ci siamo diretti alla Madonna dello Scoglio a Placanica: un luogo immerso nella natura della fascia ionica reggina dove fede e speranza s’incontrano in un potente connubio; lí, la Vergine Maria, ha scelto di manifestarsi 52 anni fa. Una volta arrivati, si ammira dal piazzale, per la maestosità semplice e solenne, il santuario della Madonna. A fratel Cosimo, al secolo Cosimo Fragomeni, a 18 anni, l’11 maggio del 1968, dalla roccia appare la Santa Vergine. Un fatto prodigioso che stravolge la vita di questo giovane: da lavoratore dei campi diventa strumento di cui si serve la Madonna per portare dei messaggi. L’apparizione mariana gli dona dei talenti speciali tanto che la sua fama va ben oltre i confini regionali e nazionali. Da lui si recano a migliaia, soprattutto ammalati.

Abbiamo sostato in preghiera anche nella Cappella dove si venera la tela raffigurante l’apparizione della Vergine Maria, ed infine ci siamo recati nella piccola chiesetta per il Santo Rosario e, a seguire, partecipare alla Santa Messa con la presenza di fratel Cosimo e concelebrata dal nostro don Antonino: abbiamo pregato per le vocazioni, l’omelia ha toccato temi urgenti ed attuali quali l’amore, la famiglia con la missione dei genitori, la responsabilità di ogni battezzato che deve portare la testimonianza di Gesù a tutti. Una sorgente, da cui scaturisce dell’acqua, se bevuta con fede, porta dei benefici.

Poi ci siano recati in albergo e abbiamo gustato un’ottima cena per poi godere del meritato riposo dopo una giornata piena di spiritualità, di fraternità e di preghiera.

Domenica 9 febbraio ci siamo recati a Paola per partecipare alla Santa Messa, concelebrata dal nostro don Antonino, e visitare il santuario dedicato a San Francesco. Un sole splendido e un cielo limpido hanno accompagnato l’intera giornata.

Visitare il Santuario dedicato a San Francesco di Paola, uno dei luoghi di fede e di cultura più visitati del Sud Italia, è un toccasana per l’anima. Immerso nel verde, è un richiamo irrinunciabile per pellegrini provenienti da tutto il mondo, un angolo di Calabria dove si respira una grande spiritualità. La fama del Santo, protettore di tutta la regione Calabra, è nota in tutto il mondo ed ogni anno, come ci ha spiegato egregiamente la guida, in occasione dei festeggiamenti a lui dedicati (dal 29 aprile al 4 maggio), migliaia di fedeli accorrono a rendergli omaggio.

Abbiamo ripercorso la vita di san Francesco attraverso i miracoli da Lui compiuti: la fornace, la bomba, la fonte della cucchiarella, la cella, il macigno. Il senso di pace che dona questo posto è davvero unico. Conoscere le tappe della vita di San Francesco di Paola è stato molto bello e affascinante. La vita di questo Santo è sempre stata un richiamo alla riscoperta di Dio come valore necessario per la salvezza dell’uomo.

Nella sua vita eremitica e nell’intensità della dedizione franca e risoluta alla preghiera, Francesco sperimentò in prima persona l’amore di Dio e di questo ne diede testimonianza con la sua vita presso la gente di ogni estrazione sociale e di differenti luoghi ed etnie, avendo egli vissuto sia nella Calabria semplice agricola e contadina, sia nell’altezzosa Francia della corte regale.  

Oggi il messaggio di San Francesco di Paola dovrebbe rappresentare una scossa fortissima allo sbandamento dell’umanità, alle barbarie, alla carenza assoluta di valori e di ideali che caratterizzano il mondo contemporaneo. Questo santo uomo di Dio, patrono anche della gente di mare, fondatore dell’Ordine dei Minimi, pur essendo eremita non ha tralasciato di essere protagonista di episodi importanti che hanno sbalordito, e fatto diventare piccoli, re, dotti e potenti del tempo. La sua è un’autentica testimonianza evangelica, ricca di valori umani e cristiani, capaci di incidere nella realtà. Francesco ha dato una svolta alla forma mentis del tempo e ha condizionato la coscienza dei gerarchi cattolici per ritornare alla vera essenza del Vangelo: amore e solidarietà verso il prossimo, elogio dell’umiltà (Gesù Bambino è venuto a nascere in una stalla), guerra a politici e religiosi senza coscienza etica. In questo nostro tempo in cui dilaga un consumismo sfrenato, un uso distorto dei mass-media, una globalizzazione selvaggia, la distruzione dell’ambiente, manipolazioni genetiche, permissivismo, San Francesco richiamerebbe all’ordine, al ripristino dell’autentica condizione umana, ad essere veri cristiani, con il culto della pace, della spiritualità, della tolleranza, dell’amore verso Dio e verso il prossimo.

Il nostro pellegrinaggio si è concluso con un buon pasto presso un ristorante del luogo dove abbiamo potuto assaggiare le specialità della regione. Durante il viaggio di ritorno, su invito del nostro caro don Antonino, abbiamo condiviso sul pullman emozioni, impressioni, riflessioni che ciascuno ha vissuto in questi due giorni.

Preziosa e fervorosa è stata la presenza della nostra mascotte per il prezioso servizio reso nel pullman e nelle Messe.

Comunicato stampa

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